COLLE FORMELLO: in Segreto si procede… MA NOI CI SIAMO!

IL GIORNO 26 GIUGNO 2017 SENZA ALCUNA PUBBLICITA’ ISTITUZIONALE (nonostante si trattasse di una commissione pubblica), si è tenuta la 4a COMMISSIONE CONSILIARE su URBANISTICA, ASSETTO DEL TERRITORIO e LAVORI PUBBLICI.

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Le risorse idriche dei castelli romani sono al collasso… nuove costruzioni significa aumentare irrimediabilmente il carico urbanistico di un territorio già martoriato. Pensare poi di togliere un bosco per costruire 17mila m^3 di cemento equivale a privare la cittadinanza di un polmone verde, contribuendo in più al dissesto idrogeologico già precario dell’ area… per non parlare del discorso fognature dove un buon 80% delle case monteporziane presentano allacci abusivi che hanno portato al collasso gli attuali depuratori. E’ per questa ragione che l’ ACEA non attiva più nuove utenze idriche da quasi 10 anni: ad esempio le nuove abitazioni, come a Valle Formale (zona Romoli), hanno da più di 10 anni una unica utenza di cantiere che, una volta conclusi i lavori, neanche viene più pagata… un ottimo incentivo a non sprecare la preziosa risorsa idrica! Come viene conteggiata da ACEA ATO2 la quantità di acqua, che passa da quei tubi per quelle abitazioni? Uno spreco del sistema idrico castellano? Anche quell’ acqua viene conteggiata nel 45% di spreco che determina le turnazioni nel resto dei paesi castellani? Quante altre situazioni analoghe ci saranno in giro per i castelli?

UNA NUTRITA DELEGAZIONE DEL NOSTRO COMITATO ha partecipato a suddetta COMMISSIONE.

Tema all’ ODG “due punti sulla convenzione urbanistica del Piano di Lottizzazione denominato Colle Formello”:

un ex-bosco di castagni (ancora bosco da piano regolatore quindi inedificabile) dove il Comune ha deciso di fare, nei primi mesi del 2016 una ***nuova*** convenzione urbanistica dando il via a17mila M^3 di cemento (una trentina di nuove ville) in una zona dove a malapena arriva l’ acqua potabile e le fognature sono al collasso.

Ci teniamo a specificare e ribadire“NUOVA” convenzione urbanistica poiché:

  1. non si tratta di una variante come è stato più volte cercato di far passare, ma di una nuova a tutti gli effetti (su una zona inedificabile)

  2. anche fosse una variante in realtà essa è scaduta e per prorogarla, di ulteriori 3 anni, si fa riferimento ad una legge dello stato decreto “del fare” di Renzi (3-bis dell’art. 30 della Legge 98/2013, modifica all’art. 30 del D.L. n. 69/2013), che però non si applica alle aree vincolate per il rinnovo del permesso a costruire, né tantomeno per le nuove convenzioni come di fatto è quella in questione. 

Nella lunga diatriba durata 40 anni le amministrazioni, che si sono succedute HANNO SEMPRE PERSO ogni azione atta alla non edificazione in quell’ area… tanto che l’attuale Amministrazione ha deciso, ad un certo punto del suo cammino, di aderire alle richieste del costruttore mettendosi, di fatto, dalla parte dei cementificatori. Ora non è più il Comune a cercare di bloccare la lottizzazione, ma è il nostro Comitato di Tutela dell’ Ambiente a fare ricorso al TAR Lazio!

Ieri pomeriggio, il nuovo avvocato difensore del Comune, ha premesso più volte di essere di parte e che quindi il suo compito deontologico è quello di difendere il proprio assistito, anche qualora lo ritenesse colpevole (testuali parole: anche se gli capitasse un pedofilo dovrebbe prenderne la difesa cercando di fare del suo meglio!).

QUINDI, RICAPITOLANDO addirittura l’ avvocato difensore del Comune ha dovutamente preso le distanze (e fatto mettere a verbale), che era lì presente SOLO ed esclusivamente per difendere il Comune dagli attacchi virulenti del nostro Comitato, che egli non consigliava nulla al Comune e che le considerazioni da lui espresse erano solo in merito al ricorso al TAR. Tutte le altre decisioni “politiche” precedenti erano già state prese dal Comune e lui ne prendeva totalmente le distanze, come giusto che sia (anche noi ci solleveremmo dall’ operato comunale!).

Ci viene da sorridere, come se cercare di difendere l’ ambiente da un vile attacco cementificatorio possa essere considerata una cosa per la quale etichettare noi, il nostro Comitato, come persone poco di buono, che ostacolano gli interessi della collettività! Questa ci mancava ancora!

E’ molto chiaro l’ atteggiamento del Comune: si lascia andare in rovina un’area per anni in modo da ergersi a salvatori della patria, riqualificandola con il cemento! La domanda sorge spontanea: “perché non riqualificarla con tanti bei castagni, come è sempre stata?”.

Abbiamo sempre detto che la località Colle Formello offre una posizione strategica non solo per l’ edificazione, ma anche per il bosco, che è stato eradicato nel corso degli ultimi anni. Questo non è un fattore di poco conto, perché se sul piano regolatore PTPR (Piano Territoriale Paesaggistico Regionale) c’è scritto “zona boschiva” e questo significa che prima c’era un bosco e che qualcuno quel bosco lo ha abusivamente estirpato (ABBIAMO LE FOTO STORICHE) per edificare, quindi non si può fare quello che il Comune ha fatto ieri, cioè prendere il PTPR e dire: “qui non c’è più il bosco, quindi modifichiamo la piantina del PTPR ed assegnamo un indice di fabbricabilità compatibile con l’ edificazione”.

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Passiamo davanti ad un’ area devastata, dove era presente un bosco di alberi di castagno e nocciole fino a pochi anni fa e pensare che l’ attuale Amministrazione decide di inventarsi una variante al piano regolatore, facendola passare per “graficizzazione”, togliendo la desinenza boschiva per l’ area, in quanto si prende atto che “il bosco (se c’era) non esiste più!”… ECCO questo è il punto debole di tutto questo farneticare: “se prendi atto che ora il bosco non c’è più e non mi produci alcuna autorizzazione pregressa che abbia permesso l’ eradicazione di un patrimonio naturale e paesaggistico, allora la tua presa di atto DEVE necessariamente presupporre il ripristino del bosco, poiché il proprietario dell’ area sarebbe comunque responsabile. Anche i precedenti permessi a costruire (oramai scaduti) infatti recitavano che ogni albero doveva essere preservato e, nel caso di espianto si sarebbe dovuto reimpiantare in loco. Qui gli alberi li hanno fatti semplicemente sparire ed il COMUNE PRENDE ATTO CHE OGGI NON C’È PIÙ IL BOSCO? PRENDE ATTO CHE DAI 60 AI 100 ALBERI AD ALTO FUSTO SONO SCOMPARSI SENZA LASCIARE TRACCIA?

Quello che sta cercando di fare il Comune SENZA PASSARE PER LA REGIONE LAZIO si chiama “VARIANTE al piano regolatore”.

Ma comunque se la variante si basa sulla constatazione che il bosco lì non c’è più, senza pensare che gli autori del disboscamento sono sempre gli stessi (anche se oggi si chiamano euroimmobiliare 2003) e che quindi, a meno che non esista (da chi ne ha/aveva il titolo) una autorizzazione scritta all’ eradicazione di 3 ettari di castagneto, la presa d’atto della “non esistenza del bosco” dovrebbe presupporre il suo ripristino immediato, NON la giustificazione per cambiare con un tratto di penna il piano regolatore, aggiustandolo secondo l’ interesse del costruttore!

Sempre premesso che ciò sia lecito…

MA QUI CASCA L’ASINO E SI RIVELANO LE INTENZIONI DI UNA AMMINISTRAZIONE POCO LUNGIMIRANTE, CHE PENSA SOLO A FARE CASSA svendendo un bene naturalistico di un territorio tra i più cementificati nei Castelli Romani (ricordiamo a tutti che la natura ed il paesaggio rappresentano dei beni ”incomprimibili”, cioè dei beni non duplicabili, i quali, una volta distrutti sono per sempre persi irrimediabilmente e non si riuscirà mai a ripristinarli!).

Ma qui siamo in Italia ed in Italia, anzi a Monte Porzio Catone, prima ancora di approvare e firmare la convenzione urbanistica, è normale che il Comune incassi 150mila euro di acconto!

La domanda è la seguente:

“a che titolo il Comune incassa questo acconto su ***oneri concessori*** se ancora nulla è stato approvato/firmato, né tantomeno realizzato?”

e, soprattutto, se domani il nostro Comitato bloccherà qualsiasi permesso a costruire con sospensiva al TAR per il giudizio pendente, c’è da chiedersi pure:

“i 150 mila euro che il Comune dovrà restituire alla società (maggiorati dei dovuti interessi e sanzioni) da dove verranno spremuti, sempre da noi cittadini?”

RICORDIAMO CHE LA PARTITA DI COLLE FORMELLO È DECISIVA PER IL FUTURO DEL VERDE DEL NOSTRO TERRITORIO: SE OGGI IL COMUNE SI SENTE AUTORIZZATO A MODIFICARE IL PTPR PER PERMETTERE 17MILA METRI CUBI DI CEMENTO AL POSTO DI UN BOSCO, IN UNA DELLE ZONE PIÙ VINCOLATE DI TUTTO IL SUO TERRITORIO, DOMANI SI ARROGHERA’ IL DIRITTO DI FAR COSTRUIRE OVUNQUE, ANCHE FIN SOPRA AL TUSCOLO… MAGARI CON LA SCUSA DELLE AREE RECETTIVE PER IL NUOVO PARCO ARCHEOLOGICO DEL TUSCOLO (altro bello specchietto per le allodole confezionato per uso e consumo della stampa locale… e che altro non cela se non la necessità di andare a costruire in zona vincolata da PTPR).

POSSIAMO RASSICURARE I NOSTRI AMICI AMMINISTRATORI: NON LO PERMETTEREMO MAI!

COME ANCHE IERI ABBIAMO FATTO METTERE A VERBALE NELLA COMMISSIONE (in cui non avremmo dovuto essere presenti): OGNI AZIONE VERRA’ SEGNALATA ALLE AUTORITÀ COMPETENTI.


LEGGI LA NOTA_COMITATO_PER_CONSIGLIERI_COMUNALI DEPOSITATA

IL 26 GIUGNO ALLA COMMISSIONE URBANISTICA DEL COMUNE


SE PENSI CHE QUESTA BATTAGLIA SIA IMPORTANTE…

SE PENSI CHE QUESTA LOTTA RAPPRESENTI LA NECESSITÀ DI GARANTIRE UN FUTURO SOSTENIBILE AI NOSTRI FIGLI…

SE PENSI CHE LA COMUNITÀ CHE SI STA AGGREGANDO ATTORNO A NOI POSSA RIDARE UNA DIGNITÀ DI CITTADINI TROPPO SPESSO SOTTOMESSI DAGLI INTERESSI DEI SOLITI SPECULATORI ED AMMINISTRATORI…

SE PENSI CHE INSIEME POTREMMO FARE LA DIFFERENZA…

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